Io è un altro: lo scrisse, già nel 1871, Arthur Rimbaud nella sua Lettera del veggente: la nostra identità è aperta a infinite possibili trasformazioni, indotte dalla nostra sensibilità e dalle condizioni in cui viviamo.
Io è un altro: lo scrisse, già nel 1871, Arthur Rimbaud nella sua Lettera del veggente: la nostra identità è aperta a infinite possibili trasformazioni, indotte dalla nostra sensibilità e dalle condizioni in cui viviamo.