GESTOZERO. Istantanee 2020: genesi e racconto di una mostra-manifesto

GestoZero è un progetto espositivo nato da un’idea dell’artista Maurizio Donzelli e curato da Ilaria Bignotti insieme ad ACME Art Lab (Alessia Belotti, Melania Raimondi e Camilla Remondina), Giorgio Fasol e Matteo Galbiati, con la collaborazione di Antonio Marchetti Lamera. La mostra è aperta al pubblico presso il Museo di Santa Giulia a Brescia dal 1° agosto al 20 settembre 2020; proseguirà al Museo del Violino a Cremona (1° ottobre – 1° novembre 2020) e all’Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena a Bergamo (18 marzo – 2 maggio 2021).

Monica Carrera, Le antenne di Tangeri guardano verso il mare, 2020

GestoZero. Istantanee 2020 nasce come reazione immediata e profonda ad una situazione: la pandemia che a partire dai primi momenti del 2020 sconvolge radicalmente l’intero pianeta, dilagando dalla Cina all’Europa agli altri Paesi. Una svolta lenta e aggressiva, epocale e totale, alla quale l’arte, sismografo d’ogni tempo e spazio, risponde immediatamente.

[…]

Nel solo XX secolo, il cosiddetto secolo breve, guerre e pandemie hanno tragicamente già trascinato la società civile e la comunità artistica in altri momenti analoghi. Dove l’artista, colui al quale dovrebbe essere sempre demandato il compito di raffigurare e raccontare, educare e interrogare il mondo, si è trovato davanti all’interrogativo epico e totalizzante: che fare ora? La domanda è drammatica, non disperante. Contiene, già nella sua composizione, l’idea del fare: il germe della generatività. Anche di fronte alla negazione del poter dare un nome e un’immagine alla morte, l’artista risponde come Antigone a Creonte: porta nel pugno della mano un pugno di terra. Di notte, nel nero, lo sparge sulla terra dove giace la morte. Lì, in questo gesto assoluto e semplice, radicale e coraggioso, è la vita.

[…]

Non ci sono più “immagini della realtà”, non ci sono più rappresentazioni ideali, non c’è nient’altro che un deserto!”. Un altro artista russo, Kazimir Malevič, non parlava neppure più di riduzione, di astrazione dal reale, cercava la pura sensibilità plastica: l’arte non doveva rappresentare nulla. Scelta radicale e assoluta che riecheggia nei versi di Eugenio Montale: dichiarazione dell’impossibilità della parola, nel suo stesso pronunciarsi, al dire il senso profondo, la verità ultima delle cose: “[…] Codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.
Le mani di GestoZero sono questo: catturano e mettono in luce il momento in cui già vi è l’opera – nella potenzialità del gesto che la sta per fare. L’operazione diventa virale: le avanguardie storiche usavano i proclami da una piazza o in un caffè, la carta stampata, la radio. Oggi gli artisti usano i social network, la rete, la community. Mutato il medium, il messaggio resta. Forte e chiaro.

Ettore Favini, GestoZero, 2020, fotografia digitale bianco/nero

“[…] il nostro lavoro o sarà un mezzo alla formazione di un mondo nuovo o un errore gravido di conseguenze fatali per tutti” . Lo scriveva il grande architetto e teorico della ricostruzione Giovanni Michelucci, il maestro di generazioni di progettisti radicali e visionari, nel 1945, un altro momento rivoluzionario, fervido e appassionato della storia del XX secolo: il secondo dopoguerra. Un pensiero radicale che ancor oggi chiunque produca immagini e parole “pubbliche” e per questo “politiche”, nel senso etimologico del termine, per la società, deve avere il coraggio di sottoscrivere. Una questione di responsabilità. Per questo GestoZero ha chiesto agli artisti di voler consegnare, oltre alle loro mani, anche i loro lavori: una selezione ridotta, essenziale, di opere che sono state realizzate durante i mesi di isolamento e pandemia, quando l’aggressività dei fatti inevitabilmente si stava scagliando e stava trasformando i linguaggi. “L’arte è eterna […] in quanto un suo gesto […] non può non continuare a permanere nello spirito dell’uomo

”[…] ZERO È SILENZIO.

ZERO È L’INIZIO.

LO ZERO È TONDO. ZERO È ZERO” .

Filippo Centenari, Cielo, 2020

“Scrivere una poesia dopo Auschwitz è barbaro” diceva Theodor W. Adorno nel suo “Minima Moralia” scritto tra il 1944 e il 1949 con il sottotitolo di “Meditazioni della vita offesa”. Sappiamo bene come l’arte e la cultura siano riuscite a superare quel baratro.
Oggi ci troviamo di fronte a un diverso massacro, non ci resta che azzerare e ripartire.

Albano Morandi

Albano Morandi, Paesaggio Polittico in tempo di Coronavirus, 2020

Zero, uno, due… si ritorna, ma siamo mai partiti?
Fuori il tempo e lo spazio si sono deformati.
Dentro ci perdiamo nel solito fluido vibrante.
Come ogni giorno, un’occasione per non dimenticare, per creare, per rivelare un nuovo gesto.

Alberto Petrò

Alberto Petrò, Automatic Painting, 2020

C’è lo Sguardo Zero. Un nuovo occhio per osservare la realtà, ingenuo come Kaspar Hauser,
potente come le fondamenta artistiche che hanno reso l’Arte ciò che è oggi, per l’essere
umano: le spalle di quei giganti che reggono questa realtà rinnovata.

Andrea Mariconti

Francesca Longhini, GestoZero, 2020, fotografia digitale bianco/nero

Sto correndo da fermo talmente forte che ho scavato una buca profondissima nel pavimento della mia stanza. Affacciato su questa buca profonda sono pronto a guardare al di là del buio. Allora mi sento di poter dire che dopo il gesto zero, ci sarà l’acqua, ovvero la vita in tutta la sua capacità di
adattarsi ad ogni forma nuova del mondo.

Gabriele Picco

Oltre al Gesto Zero c’è la sospensione del Tempo e il senso di vulnerabilità del nostro Corpo rispetto al Virus che ha colpito tutti e ci ha ricondotti a una riflessione sulla ricerca di senso del nostro agire all’interno del pensiero dell’arte.
Mario Cresci

Ci troviamo, tutti, sulla soglia di un enigma.
Si è rotto lo specchio in cui ci vedevamo sempre identici.
Che cosa so di quel che sarà, io che non so cosa sono?
Ma l’Immaginazione mi ha educata,
e ho visto partire da me mille sentieri.
E ogni direzione mi appartiene.

Silvia Inselvini

Armida Gandini, GestoZero, 2020, fotografia digitale bianco/nero

IL MANIFESTO DI MAURIZIO DONZELLI

Siamo circondati dalla paura e dalla morte. Il filosofo Giorgio Agamben in una lettera apparsa su Quodlibet il 13 Aprile 2020 scriveva a proposito dei corpi delle persone morte:
“Come abbiamo potuto accettare, soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare, che le persone che ci sono care e degli esseri umani in generale non soltanto morissero da soli, ma che – cosa che non era mai avvenuta prima nella storia, da Antigone a oggi – che i loro cadaveri fossero bruciati senza un funerale?”.
Solo questo pensiero, tra i mille che tutti noi abbiamo quotidianamente, è paralizzante.
Noi artisti visivi in qualche maniera abbiamo tentato di opporci all’isolamento e al confino, spesso con iniziative virtuali, ma per quanto possa essere consolatorio sfogliare lo schermo del telefonino o affacciarsi sul web, sappiamo bene che tutto questo non sostituisce il rapporto fisico del corpo a corpo con l’opera.
Alla morte, al rischio, possiamo opporre solo il pensiero di essere giunti, a un certo punto del nostro percorso, a un grado-zero che – per la prima volta nella storia umana – ci rende tutti uguali in tutte le latitudini: Eravamo. Siamo Adesso. Saremo.
Come possiamo immaginare di rendere il “siamo adesso” come qualche cosa che ha la sensibilità, la forza, la sincerità di farci sentire tutti uniti e uguali almeno per una volta?
Credo che abbiamo bisogno di un’immagine comune e la mia proposta è quella di realizzare un GestoZero.
Ognuno di noi dovrebbe fotografarsi in bianco e nero, con una foto in soggettiva davanti ai propri abituali strumenti di lavoro, per esempio davanti al foglio di carta bianco, davanti alla propria macchina fotografica, davanti agli scalpelli o alla creta, ma nel vuoto del silenzio di un GestoZero.
Immaginiamo un manifesto che raccolga tutti questi nostri GestoZero, tutti uguali perché privi di contenuti formali, ma tutti differenti per le minime variazioni di ognuno.
Sarebbe un buon modo per dire che siamo arrivati fin qui con la nostra storia; siamo qui adesso ognuno con la propria misura; ma da qui ripartiremo.
Dedichiamo il nostro GestoZero a tutte quelle persone morte in solitudine, a noi conosciute o sconosciute, specialmente qui nelle province di Brescia, Bergamo e Cremona.
Maurizio Donzelli, 22 aprile 2020

Informazioni sulla mostra

Artisti in mostra
Alessandro Alghisi / Erminando Aliaj / Piero Almeoni / Marco Amedani / Viveka Assembergs / Dario Bellini / Filippo Berta / Giorgio Bertelli / Mariella Bettineschi / Fabio Bix / Giovanna Bolognini / Nicole Bolpagni / Beppe Bonetti / Audelio Carrara / Monica Carrera / Filippo Centenari / Angelica Consoli / Renato Corsini / Mario Cresci / Francesca Damiano / Ken Damy / Andrea Della Sala / Maurizio Donzelli / Salvatore Falci / Ettore Favini / Paolo Ferreri / Dino Ferruzzi / Nicola Fornoni / Patrizia Fratus / Annamaria Gallo / Armida Gandini / Marco Grimaldi / Ilaria Grin / Duccio Guarneri / Giuliano Guatta / Silvia Inselvini / Natasa Korosec / Marco La Rosa / Mauro La Rosa / Raffaella La Vena / Giulio Lacchini / Fabio Lombardi / Francesca Longhini / Clara Luiselli / Luca Macauda / Antonio Marchetti Lamera / Andrea Mariconti / Camilla Marinoni / Vincenzo Marsiglia / Felice Martinelli / Eros Mauroner / Albano Morandi / Serena Nicolì / Giovanni Oberti / Adriano Pagani / Giorgio Palù / Alberto Petrò / Paola Pezzi / Gabriele Picco / Marta Pierobon / Valentina Regola / Tiziano Ronchi / Camilla Rossi / Giovanni Rossi / Marco Rossi / Paola Sabatti Bassini / Sara Scaramelli / Rita Siragusa / Aldo Spoldi / Massimo Uberti / Vera Vera

INFORMAZIONI
Museo di Santa Giulia
Via Musei 81/b Brescia
Ingresso libero
Orari di apertura
da martedì a venerdì, dalle ore 12:00 alle 17:30
sabato, domenica e festivi, dalle ore 11:00 alle ore 18:00
CUP Centro Unico Prenotazioni
telefono 030 2977833/34
@gestozero
www.bresciamusei.com