Il pensiero dell’artista Antonio Calderara e la riflessione dei curatori del suo Archivio.
“Bisogna aiutare gli uomini a capire l’arte e la sua funzione, bisogna vivere con gli uomini per aprire loro la comprensione a quel grande mistero che è l’arte […]. È perchè sono ottimista, non illuminato dalla saggezza, che credo profondamente nell’uomo di oggi e di domani. Se i valori più eletti, che dormono nel profondo dell’uomo a causa della non conoscenza, troveranno il modo di aprirsi al conoscere, l’uomo di domani vivrà in un complesso non nemico e più aperto all’ordine, alla pace, al reciproco amore”.
Antonio Caderara in un’intervista di Miklos Varga, 1977.
Nel momento attuale, in cui la parola “contaminazione” risuona unicamente nella sua declinazione negativa e il “distanziamento sociale”, l’isolamento, pare esserne l’unico antidoto valido (ma concepito solamente come una privazione), è utile, metaforicamente parlando, ricordare che Antonio Calderara concretizzò una sintesi ben riuscita di questi due concetti, evidenziandone al massimo grado il valore positivo.
Lo svolgersi della sua vicenda umana e artistica definisce, nel suo realizzarsi, un crescere come individuo proprio attraverso un continuo confronto sincero con “l’altro”, in un reciproco arricchimento.
L’artista, infatti, lasciò presto Milano, centro nevralgico dell’economia e dell’arte, per isolarsi nella sua casa a Vacciago, sul lago d’Orta, lasciando spazio al vuoto e al silenzio come condizioni per lui privilegiate per dare origine alla creazione artistica. Non bisogna pensare, però, ad un isolamento totale, perché Calderara restò sempre in contatto con molti artisti, tramite lettere, visite alle mostre e soprattutto aprendo le porte della sua casa. La sua abitazione, oggi sede della Fondazione, è stata per molti anni un “cenacolo”, luogo d’incontro e di dialogo con artisti, anche molto più giovani, galleristi, critici, musicisti ed appassionati d’arte. Proprio dal dialogo, dal confronto e dalla “contaminazione” trae linfa il lavoro di Calderara, così ricco e profondo.
Per comprendere la sua opera è poi necessario tenere presente la collezione esposta a Vacciago. Questa non è una semplice raccolta di dipinti e sculture ma è un progetto dell’artista, e dunque una chiave di lettura che ci permette di capire meglio Calderara stesso, nelle sue frequentazioni e nelle sue affinità artistiche e umane. Soprattutto ci dà la possibilità di capire meglio, e a tutto tondo, la personalità artistica e la vita di Antonio Calderara che sono strettamente intrecciate e immerse in una moltitudine di scambi e rapporti che il pittore coltivò per tutta la vita.
L’Archivio Calderara è al lavoro per tenere viva questa preziosa eredità non solo valorizzando l’opera dell’artista, ma cercando di andare a fondo della comprensione della sua opera attraverso uno studio aperto anche a queste “contaminazioni”.
Paola Bacuzzi, Eraldo Misserini, curatori scientifici dell’Archivio Calderara
Antonio Calderara, Biografia.
Antonio Calderara (Abbiategrasso, 1903-Vacciago 1978) fu un personaggio enigmatico, difficilmente incasellabile in una linea artistica definita: nel corso della tua vita, infatti, entra in contatto con molti artisti italiani e stranieri, traendo da essi ispirazione, ma al contempo mantenendo libertà e autonomia d’espressione. Autodidatta, Calderara formò il suo linguaggio espressivo nel contesto milanese, passando da un primo periodo figurativo, influenzato dapprima dalla corrente del gruppo Novecento, poi dalla scoperta di Piero della Francesca e di Serault, ma anche di Morandi, Guidi e Donghi, ad uno astratto, in linea con le ricerche dei grandi maestri europei, come Albers, Mondrian, Mavigner e Max Bill. Tutto il suo lavoro, o meglio l’intera sua esistenza, trascorsa in un isolamento quasi ascetico sulle sponde del Lago d’Orta, ruota intorno al tentativo di “capire cosa fosse la pittura”, di coglierne l’essenza ultima e tutta la sua produzione è unita da questa tensione e del ruolo decisivo che hanno in essa luce e colore.
Archivio Calderara, Milano
Curatori scientifici: Paola Bacuzzi ed Eraldo Misserini
Presidente Fondazione: Giuseppe Alemani http://www.fondazionecalderara.it/it_IT/home/archivio; archiviocalderara@gmail.com