Un archivio che cresce e racconta l’artista, la sua vita, la sua ricerca: nel tempo e del tempo. Immaginare e tenere in sospeso, sospendere: un pensiero per questi tempi.
IMMAGINARE
Tenere in sospeso
“… situazioni in cui l’immaginazione che modella fittiziamente il passato, il futuro e gli oggetti lontani non riesce a colmare i vuoti. Essa tenta e non può. Slancio impedito.”
(da i Quaderni di Simone Weil)
“ Ancora un sogno di volo, all’aperto, in alto su alberi, senza avere la sensazione di un prodigio.”
(Da i Sogni di Arthur Schnitzler, 1921)
C’è un momento in cui non si può far altro che stare dentro ad una condizione, farsi attraversare dall’esperienza, rimanere in silenzio e non produrre nulla.
Con un po’ di pudore si rimane reticenti nel fare apparire ogni pensiero che assume un profilo.
Quando le cose non possono determinarsi nella realtà, quando le cose esigono uno stato di sospensione, quando ancora non possono o non potranno mai posarsi su di un piano, allora si può tentare di costruire uno spazio dove lasciarle fluttuare, dove tenerle in uno stato di sospensione, dove provare solo ad immaginarle. Non necessariamente tutto deve nascere o può essere realizzato. Non sempre ogni atto si può formare o vuole essere formato. Alcune volte basta solo farlo esistere nella propria testa senza farlo calare nella realtà.
Il mio sito è il luogo dove si crea uno stato intermedio tra la mia mente e la realtà, che mi permette di vedere i gesti prima ancora che esistano o di farli apparire anche se mai effettivamente si concretizzeranno.
In questo capitolo si descrivono opere immaginarie, si parla di tutto quello che ancora non ha preso corpo o che mai lo prenderà.
Ci saranno paragrafi che resteranno sempre in uno stato di vaghezza e di fantasia, altri che invece spariranno perché si condenseranno in vere e proprie opere passando dall’immaginazione alla realtà. I desideri si incrociano con le contingenze della vita che non sempre lasciano compiere l’azione fino in fondo, in altri casi si alimentano in questa condizione mentale, dove lo stare fermi e vedere davanti a sé galleggiare le cose aiuta a non doverle mai fissare in un punto statico, immobile.
Maria Morganti
Il progetto “Un Archivio del Tempo”, raccontato da Maria Morganti.
Questo progetto è gestito in prima persona dall’artista.
Si tratta di un’opera privata, visibile al pubblico solamente in parte, attraverso il Sito.
Si è formato nell’arco di diversi anni ed è diventato pubblico nel 2016. Nel tempo continuerà a crescere e a trasformarsi.
Ad oggi, 28 Aprile 2020, il numero di schede nell’Archivio-Opere è di 2891, quelle dell’Archivio-Esposizioni di 262 e quello dell’Archivio-Documenti 510. Il numero dei capitoli della parte “Autoritratto” è di 224.
All’interno il lavoro può essere avvicinato da diversi punti di vista. Da un lato tramite una classificazione oggettiva, consultando l’ARCHIVIO generale e dall’altra provando a cercarne una INTERPRETAZIONE attraverso l’ “Autoritratto” dell’artista e il “Ritratto” che ne delineano alcuni interpreti.
www.mariamorganti.it
mariamorganti@gmail.com
UN ARCHIVIO DEL TEMPO
Ho immaginato questo sito-archivio come parte integrante del mio lavoro, sostenendo l’attitudine ossessiva ad accumulare, trattenere, registrare e sciorinare. Essendo un’elucubrazione si trasformerà continuamente e terrà aperta una ricerca in continuo mutamento.
Per anni ho lasciato che le cose venissero fuori da me senza un progetto preciso, che si formassero in maniera fluida, non pensando a cosa fossero e cosa sarebbero state. È solo successivamente che ho cominciato a vederle come dati di fatto, a guardarle, a cercare di comprenderle e nominarle.
Non ho omesso nulla. Ho cercato di trattenere ogni cosa senza selezione e senza pudore.
Nel riguardare e nel sistemare tutta la mole del mio lavoro ho cercato di rimanere il più oggettiva possibile anche se so che l’archivio prodotto dall’artista stesso di per sé non può essere asettico. Al suo interno, per forza, entrano delle visioni estremamente soggettive e caricate di significati segnati dal proprio punto di vista.
Questa struttura si è andata a delimitare lentamente negli anni adattandosi con la sua forma ai contenuti e non viceversa. Le opere aumentano, cambiano e cambiano anche le relazioni tra loro così come nella nostra vita si trasformano in continuazione le cose e la percezione che abbiamo di noi stessi. Posso affermare che questo complesso organico l’ho fatto perché mi sia utile da viva e non quando sarò morta. Mi serve a vedermi e a ragionare. Chi verrà dopo di me potrà decidere di cristallizzarlo o di continuare a farlo vivere.
Nel mio archivio ho costruito una banca dati, ho tenuto insieme tutto il materiale prodotto lasciandolo libero di essere ri-organizzato di volta in volta con criteri differenti.
Quando l’ho pensato non l’ho immaginato come un ente assoluto e immobile, ma come un organismo in movimento capace di dare agli altri la possibilità di scegliere, di selezionare, di rimpastare il materiale magari anche omettendo o aggiungendo qualcosa che sta al di fuori.
La prima interpretazione di questo materiale l’ho fatta io stessa nella parte “Autoritratto”, ma il desiderio è che tutto questo venga riattraversato, tradotto, riattivato con occhi diversi dai miei per far sì che la mia interiorità venga messa in relazione con altri mondi.
Maria Morganti
Link di approfondimento al sito:
https://www.mariamorganti.it/autoritratto/0-introduzione
https://www.mariamorganti.it/autoritratto/18-esplicitare/18-1-introduzione
https://www.mariamorganti.it/autoritratto/18-esplicitare/18-2-archivio
https://www.mariamorganti.it/autoritratto/18-esplicitare/18-3-sito
https://www.mariamorganti.it/autoritratto/18-esplicitare/18-6-autobiografia
https://www.mariamorganti.it/autoritratto/18-esplicitare/18-8-tutoriale