Pensieri e visioni di un’Italia in trasformazione: Irene Brin, “L’Italia esplode. Diario dell’anno 1952”.
“…A Natale ero ripartita. Un Grande magazzino della Florida, il Burdine di Miami Beach, mi aveva fatto sapere di esser interessato ad una doppia manifestazione italiana, sul tipo di quella organizzata a Punta del Este. Data: il mese di marzo. Disponevo di pochissimo tempo, in gennaio sarebbe ricominciata la moda, a Roma, a Firenze, a Parigi. Però non ero più così sprovveduta come lo ero stata nell’anno appena trascorso. […] Ripartii per Parigi, Edimburgo, Shannon, Gander […] Non mi fermai a New York se non il tempo di cambiare ancora aereo. Proseguii per la Florida.
[…] Ed improvvisamente la mia vita, così strettamente mescolata all’esplosione italiana, mi sembrò calda e umana. Valeva la pena di viverla.”
“La presenza a Roma dei Cartier-Bresson, prima, e poi di David D.D., […] coincideva con la mostra di Alberto Burri “Neri e Muffe”, inaugurata all’Obelisco il 2 gennaio. Dire che fu un insuccesso sarebbe il tentativo, vano, di addolcire i nostri ricordi. Fu un disastro. E ce ne consolarono i fotografi […]erano così intelligenti ed intuitivi da capir Burri subito, da apprezzarne il caldo impact aiutandoci a superare un momento difficile. In Burri, noi ci credevamo, e ci abbiamo sempre creduto. Leggere sul quotidiano del mattino che “si tratta di un burro speciale, in quanto nero ed ammuffito, mentre di solito il burro ammuffisce in grigio”, non era tanto piacevole.”
“Perché Parigi? Ma perché dal 1945, in settembre, ci siamo andati regolarmente per cercare artisti nuovi e per offrire i nostri alle gallerie altrui. Retrograda, io non ho mai creduto negli scambi culturali organizzati dagli addetti dei consolati e delle ambasciate, e neppure ai gemellaggi stabiliti dai prefetti. […] La prima, e, credo, anche unica, mostra di Vespignani a Parigi ebbe luogo nel salotto a pianterreno del Castille. Marie Cuttoli, l’amica di Picasso, ci portò i migliori collezionisti, la viscontessa Marie Laure de Noailles si commosse. Perché l’Italia esplodeva, sì, grazie al merito degli artisti. Ma anche attraverso una rete di amicizie e di astuzie. Quell’anno avevamo in mente una ripresa del Surrealismo, e non basata sui Surrealisti della nuova scuola, ma sui vecchi, grossi nomi degli inizi.”
“I miei doveri […] consistevano soprattutto nel coordinare i preparativi delle sartorie. Erano tre scelte in maniera di dare un’idea per quanto possibile completa della nostre possibilità: Gabriellasport, Sorelle Fontana, Germana Marucelli […] Se Gabriellasport anticipava il jet-set e le Sorelle Fontana l’industrializzazione del lusso, Germana Marucelli è l’intellettuale pura dell’eleganza. Conosco lei sola che abbia chiesto i disegni dei tessuti a Massimo Campigli prima e a Getulio Alviani poi, che sia passata dai colori spenti di Morandi a quelli abbaglianti di Guttuso.”
Gli Archivi della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma
Gli archivi della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, molteplici e di varia natura, rappresentano l’ossatura, la linfa vitale delle collezioni e della vita del nostro Museo.
Ne esistono quattro diverse tipologie: primo per formazione e perché vede la Galleria come suo Soggetto produttore è l’archivio generale ove tutti i documenti che l’istituto produce e riceve sono gestiti. Questo luogo ne preserva il valore, il significato e, contemporaneamente, li rende costantemente reperibili per ogni utilizzo. I complessi documentari della Galleria Nazionale vengono dunque gestiti nella loro prima fase in quello che si definisce archivio corrente, ma ognuno di essi, col tempo, è destinato a spostarsi. La transizione comincia ad un anno dalla chiusura del fascicolo quando, conclusa l’attività che lo ha generato, se ne effettua il trasferimento nell’archivio di deposito, per poi concludersi, dopo trent’anni, con la storicizzazione e la conseguente completa fruibilità da parte di qualsiasi utente.
Dal 1946 poi esiste anche un Archivio fotografico, ricco di un patrimonio di immagini che comprende l’intera collezione di opere, di pittura, scultura e grafica del Museo, nonché la documentazione degli allestimenti del museo e delle sue mostre. Attualmente, la Fototeca possiede 10.000 stampe fotografiche in bianco e nero, 15.000 diapositive, 60.000 negativi in bianco e nero tra cui 500 lastre in vetro, 6.000 fotocolors, VHS e DVD.
Sempre nel 1946 nasce l’Archivio bioiconografico, peculiarità assoluta e di grande importanza della Galleria Nazionale. Conserva notizie sugli artisti, sono presenti più di 25.000 fascicoli monografici, sui critici, sui curatori, in forma di materiali stampa di ogni genere, dagli inviti ai manifesti, dai comunicati stampa alle locandine o alle piccole brochure o ancora in forma di documenti fotografici relativi a mostre ed eventi di istituzioni pubbliche e private e naturalmente della Galleria stessa. Tutti i materiali provengono dall’abbonamento alle rassegne stampa sull’arte così come dalla relazione diretta con artisti, curatori e personaggi di vario genere, oltre che dal nostro stesso Istituto. Questo patrimonio, in permanente crescita, costituisce un archivio di eccezionale valore storico per la sua completezza e per la sua unicità, oltre che per la sua consistenza poiché parliamo di più di trecento metri lineari di documentazione.
Infine repertori documentari di grandissima rilevanza storica e di eccezionale valore sono i Fondi storici che la Galleria nazionale acquisisce con varie modalità fin dal 1973, dall’acquisto alla donazione, dal legato testamentario al comodato. Sono archivi generati da altri enti, movimenti, soggetti singoli, legati a vario titolo alla storia del Museo, che arricchiscono il patrimonio della Galleria Nazionale con una documentazione che aggiunge sostanza storica scientifica alle collezioni delle opere. I fondi storici raccontano storie differenti, da quella di Ugo Ojetti, a lungo presidente della commissione che acquistava le opere della Galleria all’inizio del novecento, a quella della Galleria L’Obelisco, prima ad aver riaperto nell’Italia del secondo dopoguerra nota per aver portato in Italia per prima artisti del valore di Rauschenberg o Calder e ad aver creduto in artisti come Alberto Burri. Ma ancora l’Archivio di Anton Giulio Bragaglia, chiuso ad ogni consultazione fin dagli anni ’80 del ‘900 o quello dell’iconica figura di Carla Lonzi. La documentazione si presenta nella forma dei manoscritti, delle corrispondenze, delle bozze, delle fotografie, e dei documenti personali risalenti ai personaggi dell’arte, della letteratura, della cultura.
I documenti raccolti in questi Archivi sanciscono dunque la relazione speciale della Galleria Nazionale con il mondo esterno e la trasformano in un’autentica finestra sull’arte e sulla cultura moderna e contemporanea di tutto il mondo, generando un inesauribile dialogo con la storia e ponendosi come infinito dispositivo di narrazioni.
Responsabile Fondi storici:
Claudia Palma
Per informazioni:
gan-amc.archivi@beniculturali.it